Vai al contenuto

Verso l’addio ai pagamenti in contante

    Il contante? Addio, o quasi. A passi da gigante anche l’Italia si adegua alle abitudini dei paesi più evoluti e spinge l’acceleratore sull’utilizzo dei pagamenti digitali, che rappresentano già il 22% dei consumi delle famiglie tricolori e, nel 2015, hanno raggiunto i 175 miliardi di euro complessivi.

    A dirlo è il recente rapporto “I Pagamenti Digitali in Italia”, condotto dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce pubblicato in collaborazione con CartaSì, Consorzio CBI, Intesa Sanpaolo, PayPal e Tim, secondo il quale le transazioni effettuate con i cosiddetti New Digital Payment (Pc, tablet, Mobile) e i pagamenti in punto vendita attraverso carte contactless o su Mobile POS, a fine 2015, hanno raggiunto un valore di transato di circa 21,5 miliardi di euro (+22% rispetto al 2014 e 12,2% del transato complessivo con carte).

    In crescita a doppia cifra anche i pagamenti digitali più tradizionali – quelli con carta in un negozio, per intendersi – che hanno toccato quota 153,4 miliardi di euro (+11% rispetto al 2014). Il meglio, però, deve ancora venire. «I pagamenti digitali sono in accelerazione e c’è da sperare che l’Italia riesca a scrollarsi di dosso la nomea di paese del contante – sottolinea Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio – Nell’area euro siamo penultimi, davanti alla sola Grecia, nell’uso della moneta di plastica, mentre anche le nazioni dell’Est Europa riescono a fare meglio».

    Questo è l’anno del boom

    Per il 2016, poi, è atteso un vero e proprio boom dei nuovi pagamenti digitali: stando al rapporto, infatti, per fine 2016 si dovrebbe arrivare a un volume di oltre 26 miliardi, anche se il cash continuerà a essere lo strumento preferito dagli italiani: in totale, 430 miliardi di euro con cui si pagano il 56% dei consumi e si compiono oltre l’80% delle transazioni. «Negli ultimi due anni la crescita dei pagamenti elettronici con carta ha superato le attese (+10,2% nel 2014 e +12,2% nel 2015), tanto da crescere a un ritmo maggiore di quello della media in Europa (intorno al 7-8%), sintomo probabilmente di un principio di cambiamento culturale nei consumatori italiani e di un effetto trascinamento del decreto “obbligo POS” che ha generato un cambio di atteggiamento anche negli acquirenti», afferma Valeria Portale. «Tenendo conto che il nostro paese ha parecchio terreno da recuperare rispetto agli altri Stati europei, ed ipotizzando una crescita che nei prossimi tre anni si mantenga in linea con quella dell’anno appena trascorso, ossia intorno al 12,1%, stimiamo che i pagamenti con carta nel 2018 potrebbero raggiungere i 246 miliardi di euro», aggiunge.

    Servono gli incentivi pubblici

    E non è tutto, perché anche se l’Italia gode di un’ottima base infrastrutturale per l’accettazione di pagamenti digitali e di una buona diffusione di carte di pagamento tra la popolazione, in linea o superiore ai paesi europei più sviluppati, il numero delle transazioni pro capite (passato da 38,8 a 44,1), è ancora molto lontano dalla media europea, mentre si contrae lo scontrino medio (da 67 euro a 66 euro). «Per colmare il ritardo nella diffusione dei pagamenti digitali in Italia rispetto alla media europea, è a nostro avviso necessario muoversi in due direzioni: consolidare l’offerta di servizi innovativi che facciano davvero leva sull’attrattività dei pagamenti innovativi e mettere in atto un piano di incentivi promosso dal soggetto pubblico», prosegue Portale.

    Mobile payment: il turismo cresce di più

    Il mobile remote commerce, sia di beni digitali che di prodotti e servizi, vale nel 2015 quasi 2,7 miliardi di euro (+56%), con la componente di beni e servizi che arriva a rappresentare il 70% del mobile commerce totale, grazie all’aumento degli esercenti che offrono una soluzione su mobile e a una maggiore predisposizione degli italiani verso gli acquisti da smartphone. Si stima che il transato legato al mondo dei contenuti digitali, spinto dalle applicazioni, possa raggiungere 1,1 miliardi di euro nel 2018, mentre il mobile remote commerce di beni e servizi raggiungerà tra i 4,2 e i 4,8 miliardi di euro (arrivando a rappresentare oltre il 15% dell’intero ecommerce) grazie all’ingresso di nuovi esercenti e alla semplificazione della fase di pagamento garantita dai Mobile Wallet.

    «Il turismo rimane la componente più importante nella crescita del transato di mobile commerce di beni e servizi: registra infatti un +56% rispetto al 2014, con quasi 540 milioni di euro di transato (erano 346 milioni di euro nel 2014), seppur in lieve decrescita nel peso relativo delle diverse componenti a vantaggio della categoria Informatica ed Elettronica, che registra circa 370 milioni di euro di transato (erano poco più di 155 milioni di euro nel 2014)», conclude Ivano Asaro, ricercatore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. L’abbigliamento continua a mantenere un ruolo di primo piano (15% del transato) con circa 280 milioni di euro transati nel 2015 (erano poco meno di 170 milioni di euro nel 2014). La categoria “Altro” – trainata dal couponing e dal ticketing di eventi – registra infine 446 milioni di euro di valore movimentato, in crescita del 42% rispetto al 2014. Tra le altre componenti, cresce il ruolo del car sharing e dei servizi di mobile parking, oltre ai biglietti per il trasporto pubblico locale (+100% sul 2014).
    www.osservatori.net

    Fonte lagenziadiviaggi.it

     

    Ufficio Stampa

    Ufficio Stampa