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Valeri, Alitalia: “Sono qui per riprendere il mercato”

    Il chief commercial officer di Alitalia rassicura il trade e spiega il suo mandato: “Oggi le quote dell’internazionale e dell’intercontinentale non sono coerenti con gli obiettivi da raggiungere. Commercialmente preferisco essere aggressivo”

    “Alitalia ha bisogno di riposizionamento, di una rinnovata presenza sul mercato e commercialmente preferisco essere aggressivo”, parla Ariodante Valeri, chief commercial officer della nuova Alitalia nella squadra di Silvano Cassano, suo amministratore delegato anche in Grandi Navi Veloci tra il 2007 e il 2010. Valeri ha incontrato ieri la stampa specializzata a Milano per sottolineare l’importanza del trade per la compagnia aerea, che ha definito “di bandiera” e “che rappresenta l’Italia”.

    Carattere forte e punti fermi, questi i tratti salienti del manager e di un incontro durante il quale non sono state annunciate novità o mosse imminenti, ma si è voluto riprendere il filo con la distribuzione che comincia a farsi domande sulla sua relazione con il vettore.“L’azienda sta pensando a come cambiare pelle – ha spiegato -, io ho già deciso e sarà più luminosa, ma non ci vorrà una semplice operazione di make up”. Questo per dire che non saranno solamente la nuova livrea o le nuove divise, i servizi migliorati di bordo – che certamente arriveranno dalla primavera – a fare di Az una compagnia dal passo diverso. “Oggi le quote dell’internazionale e dell’intercontinentale non sono coerenti con gli obiettivi da raggiungere – continua -.

    Sono stato chiamato per riprendere i rapporti con il mercato: confermo le critiche che ci sono state mosse, sono state perse posizioni. Quando sarò riuscito a riprenderle avrò raggiunto l’obiettivo. Per fare questo ‘cappotto’ l’azienda”, dice usando un’espressione che rende decisamente l’idea. Sulle sfide che i cieli oggi impongono, Valeri osserva che “i ricavi li fanno i passeggeri, il mercato governa, detta le rotte; e se è composto da nuovi attori, vettori diversi da noi, può anche essere un valore”.

    Su questo il rimando è stato ai servizi internazionali, introdotti in Grandi Navi Veloci in un momento in cui il settore del cabotaggio cercava spazi oltre il domestico delle isole vacanziere italiane, che non garantivano ricavi distribuiti omogeneamente nell’arco dell’anno, come gli investimenti finanziari dei Fondi avrebbero preteso.

    ”Accelereremo nelle risposte all’industria dei viaggi”


    Mentre la conversazione ha toccato vari punti, da Expo 2015 “un grande momento per fare sistema” all’intermodalità treno più aereo “inevitabile arrivare al biglietto unico”, il manager ha insistito su agenzie di viaggio e tour operator. “E’ il canale principale con il 55/60% delle vendite – spiega -, voglio cambiare marcia con il trade”. Lo split degli altri canali di vendita è fatto dal 9% circa di contact center/biglietterie, dal 26% del web all’interno del quale non sono contemplate le Ota, che sono a parte, dunque il 5%.
    I tour operator hanno bisogno di risposte veloci e si lamentano della mancanza di attenzione, gli facciamo notare. “Sto provvedendo ad accelerazioni anche in questo senso – risponde -. Tenendo conto che l’azienda ha una storia di perdite e devo riportarla all’equilibrio. Noi come tutte le imprese abbiamo un conto economico”. Il tutto per ora si traduce in una fase di maggiore ascolto appena ri-aperta dal nuovo management, non resta che attendere con fiducia. p.ba.

    Fonte Guida Viaggi

    Ufficio Stampa

    Ufficio Stampa