Le tasse, si sa, non riscuotono mai grandi successi di pubblico. A maggior ragione quando vengono aumentate. Il tema è stato al centro della due giorni sul trasporto aereo europeo organizzata ad Amsterdam Schiphol la settimana scorsa, e ha portato compagnie aeree e aeroporti ad alzare i toni della discussione.
Se nel corso della presentazione della nuova associazione Airlines4Europe, che raduna sotto un’unica insegna Ryanair, easyJet, Lufthansa, Iag e Air France-Klm i cinque ceo dei vettori hanno fatto proprio dell’abbattimento delle tasse uno dei loro cavalli di battaglia da parte degli aeroporti non è mancata la replica a stretto giro di posta.
“Abbiamo bisogno di abbattere la tassazione imposta dagli scali – ha sottolineato più volte Carolyn McCall, ceo easyJet – e sarà una delle nostre battaglie più grandi”. Le ha fatto eco il numero uno di Af-Klm, Alexandre De Juniac, che ha evidenziato come “da una parte i costi aeroportuali siano aumentati negli ultimi dieci anni dell’80 per cento, a fronte di tariffe dei biglietti scese invece del 20 per cento”. A Michael O’Leary, ceo Ryanair, è spettato invece il compito di inasprire i toni della polemica, sottolineando nel corso dell’Ue Aviation Summit, “che con A4E i vettori disporranno finalmente di uno strumento per contrastare le politiche degli aeroporti, che in Aci trovano un megafono”.
Per contro gli aeroporti europei, in una nota diramata da Aci Europe, hanno invece sottolineato come i vettori, “anche quelli appartenenti a A4E, abbiano la tendenza a dimenticare come i costi da loro sostenuti per i servizi aeroportuali siano ben al di sotto della soglia di sostenibilità, che non arrivano mai a coprire interamente la spesa complessiva necessaria a sviluppare le infrastrutture”.
Legato a questo tema, nello specifico, l’aumento delle addizionali d’imbarco che ha preso il via in Italia dallo scorso 1° gennaio: “Si è trattato di una decisione unilaterale, presa senza consultare i player del mercato a cui noi siamo fortemente contrari” dice Willie Walsh, ceo di Iag.
E proprio ieri, dalla Iata, è arrivato un appoggio significativo alla battaglia delle aerolinee di A4E, che più volte si è scagliata contro il recente provvedimento italiano. L’associazione mondiale delle compagnie aeree ha fatto infatti i conti dell’impatto che l’innalzamento delle addizionali rischia di avere sull’economia tricolore: “L’aumento della tassa porterà a una perdita di 2.300 posti di lavoro annui – riporta Iata in una nota – e a un calo di oltre 755mila passeggeri e un impatto sul Pil di 146 milioni di euro l’anno”.
Fonte TTG Italia