Un registro per i passeggeri da condividere a livello europeo, biglietti nominativi per i treni e metal detector nelle stazioni. Oltre a controlli più rigidi ai varchi di sicurezza in aeroporto, con conseguenti code più lunghe per accedere alle aree di imbarco.
Potrebbe essere questo lo scenario per i viaggi dei prossimi mesi, siano essi in aereo o su rotaia.
A inizio anno, dopo gli attentati di Charlie Hebdo, erano già comparse in seno al Parlamento europeo le prime proposte rispetto alla creazione di un registro unico dei passeggeri, il cosiddetto Pnr (passengers name record). A questa misura si era poi affiancata l’ipotesi dei ticket nominativi per i passeggeri dei treni, una proposta emersa nel corso del summit europeo dei ministri dei Trasporti, a seguito dello sventato attentato sul Thalys ad Amsterdam alla capitale francese. Ed è notizia di ieri, che dal 2016 i varchi di sicurezza potrebbero sbarcare anche nelle stazioni ferroviarie, con la Ville Lumière come primo bacino test per Sncf.
Ora, dopo i recenti fatti di Parigi, la questione sicurezza torna brutalmente alla ribalta. E pur con il rispetto della regolarità delle operazioni, quindi senza incidere sulla puntualità dei servizi, i passeggeri potrebbero doversi attenere a delle norme più restrittive sul fronte sicurezza.
Vigilanza rafforzata, controlli ai metal detector più accurati e tempistiche più lunghe potrebbero dunque caratterizzare le vacanze dei passeggeri in partenza nelle prossime settimane, anche a causa del prevedibile aumento di traffico negli aeroporti per i pax in partenza per le Festività di Natale e fine anno. Anche perché le prenotazioni, i nominativi e tutti i viaggi precedentemente effettuati dai passeggeri saranno incrociati, con una suddivisione tra cittadini dell’Unione e non; con un tasso di tracciabilità, stando a quanto mette in luce Il Corriere della Sera, che si baserà sul grado di potenziale pericolosità del passeggero stesso.
Da parte dell’Enac, l’Ente nazionale dell’aviazione civile, nei giorni scorsi è arrivata la raccomandazione a tutti gli aeroporti di aumentare i livelli di vigilanza da parte dei direttori aeroportuali, perché vengano rispettate tutte le procedure di sicurezza. Anche perché i controlli ora potrebbero estendersi anche ai dipendenti stessi degli scali.
Infine, nelle prossime settimane, dopo l’esplosione del jet russo in volo sulla Penisola del Sinai, partito da Sharm el Sheikh, secondo quanto riporta ancora Il Corriere della Sera, esperti inglesi e non solo saranno inviati ad analizzare i protocolli di sicurezza degli scali – al di fuori dell’Unione europea, degli Stati Uniti e d’Israele – meta dei passeggeri del Vecchio Continente e degli americani. Tra i Paesi coinvolti, dovrebbe ora toccare a Thailandia, Indonesia e Filippine, quindi al Kenya, dopo le verifiche effettuate sugli scali in Nord africa e Medioriente.
Fonte TTG Italia