I numeri crescono e i pacchetti vengono arricchiti di servizi, basti pensare ai passaggi aerei per chi s’imbarca dall’altra parte del mondo, e sempre più anche gli extra, frutto di programmazione, transitano dal bancone dei punti vendita .
Msc Crociere ha avviato un poderoso piano industriale che prevede l’arrivo entro dieci anni di altre 11 navi, più grandi e più ricche, per un investimento complessivo di 9 miliardi di euro. La flotta, oggi composta da 12 transatlantici (che hanno comportato dal 2003 investimenti per 5,7 miliardi), salirà dunque a 23.
“Crediamo fortemente nella nostra crescita – dice Gianni Onorato, amministratore delegato del gruppo fondato e posseduto da Gianluigi Aponte – e contiamo di triplicare i passeggeri trasportati. Non c’è altro settore che abbia prospettive simili”.
Questo permette a Msc di rilanciare la collaborazione con le agenzie di viaggio “che sono e restano il nostro canale più importante”. Non solo i numeri crescono, ma i pacchetti vengono arricchiti di servizi (basti pensare ai passaggi aerei per chi s’imbarca dall’altra parte del mondo) e sempre più anche gli extra, frutto di programmazione, transitano dal bancone dell’agenzia.
“Le agenzie cresceranno con noi e devono saper cogliere questa opportunità”, sottolinea Onorato, il quale ricorda che quello delle crociere è un business attivato dall’offerta, e le scelte di Msc vanno proprio in questo senso: più navi, più servizi a bordo, flessibilità e ricchezza di itinerari.
Nell’ultimo anno le agenzie italiane che hanno chiuso almeno un contratto con Msc sono state 7.894. La progressiva internazionalizzazione della clientela non penalizza la rete di distribuzione italiana, perchè i connazionali sono e resteranno la clientela più numerosa: “Come minimo triplicheranno anche loro”.
Oggi i passeggeri italiani a bordo delle navi Msc sono circa 800-850mila all’anno, e rappresentano il 15-16% del totale. Ma l’indice di penetrazione delle crociere in Italia è inferiore a quello europeo: da noi l’1,3%-1,4% della popolazione sceglie la vacanza in nave, mentre in Europa l’indice è dell’1,7%.
C’è ancora spazio. Il fatto comunque che gli italiani, seppure primi nella classifica delle nazionalità, abbiamo un peso relativamente modesto “significa che non siamo dipendenti da un unico mercato, e questo è un elemento di forza”.
Msc crociere (“cugina” del ramo mercantile del Gruppo Aponte, seconda compagnia cargo al mondo) fattura 1,7 miliardi di euro con un utile che non viene reso noto (la società non è quotata e ha sede a Ginevra). L’utile contribuisce all’investimento in nuove navi, per le quali il ricorso al credito è garantito dalle assicurazioni statali per il commercio (in Italia la Sace). Si tratta di un business che impegna capitali importanti; mediamente l’80% viene finanziato da banche e il 20% è capitale proprio.
Da notare che le navi, a differenza di altri settori quale il trasporto aereo, sono di proprietà e non in affitto o leasing. I tempi di ammortamento sono lunghi, mediamente trent’anni. Msc – diritto svizzero, bandiera panamense e cuore napoletano: anzi, sorrentino – portano l’immagine italiana e l’esperienza mediterranea in tutto il mondo, a cominciare dal cibo. Si calcola che almeno il 60% di tutti i prodotti usati in nave siano italiani.
Per quanto riguarda i ricavi, oggi il 77% proviene dalle tariffe base e il 23% dagli extra, escursioni comprese. Nel 2008 le percentuali erano del tutto diverse: 90% tariffe, 10% extra.