Tutto è partito a novembre 2017, quando la Passenger Agency Conference (PaConf) ha approvato la nuova Risoluzione 890 di Iata, in vigore dal 1° marzo 2018 a livello mondiale. Un cambiamento che ha riguardato principalmente le Customer Card Sales Rules, e che ha dato il via all’utilizzo delle carte corporate delle agenzie di viaggi per saldare la biglietteria aerea ma solo previa esplicita autorizzazione dei singoli vettori.
Per approfondimento leggi: Circolare Iata alle agenzie: sì alle carte di credito personali
Vettori “colpevoli” (non tutti) di aver erroneamente interpretato le nuove regole e «avviato, in più casi, la penalizzazione degli agenti – ha spiegato Maurizio Pimpinella, presidente di Apsp – Associazione prestatori servizi di pagamento, intervistato da L’Agenzia di Viaggi Magazine per fare un punto sulla questione – con restrizioni o agency debit nemo (adm) per non sostenere o rendere meno pesanti i costi legati all’accettazione del pagamento, le cosiddette merchant fee».
Partiamo da British e Iberia, che hanno sospeso la fee del 5% a carico delle agenzie che pagano con carta aziendale, avviando però un check mensile sui movimenti degli agenti…
«Sì, quello che auspico è che il ripensamento di queste due compagnie aeree diventi definitivo e che anche United Airlines, che attualmente applica il 3,5% di adm, vada in questa direzione, che contribuirebbe a sostenere la modernizzazione e digitalizzazione della distribuzione e, più in generale, del nostro Paese».
A proposito di United. Il vettore prevede il sovrapprezzo del 3,5% per chi salda la biglietteria aerea con van o card che prevedono meccanismi di rebate. Perché?
«La posizione di United Airlines si inserisce nel dibattito nato a seguito della revisione della Reso 890 di Iata, in cui l’Apsp ha ritenuto necessario inserirsi a difesa delle agenzie di viaggi e delle società emittenti di sistemi di pagamento elettronici e virtuali. La Risoluzione, infatti, è stata male interpretata dai vettori aerei come una vera e propria possibilità di “punire” le transazioni con carta di credito delle adv per non sostenere i costi legati all’accettazione, le cosiddette merchant fee. La stessa United, del resto, dichiara esplicitamente che non le accetta per gli alti costi che comportano».
Quindi, quelle che danno maggiore fastidio sono le tipologie di carta elettronica e virtuale?
«Il business delle carte di credito per le agenzie di viaggi si è molto diversificato negli ultimi anni. Esistono carte più o meno costose, ma come già detto non si può discriminare l’ammissione di una o di un’altra carta a seconda di chi sia il titolare o di chi sia la società che la emette. Inoltre, imporre le proprie condizioni alla pluralità degli agenti, inclusi quelli con i quali non esiste un rapporto contrattuale, è lesivo della libertà economica e finanziaria di tali soggetti».
Detto ciò, quali sarebbero le carte di credito che potrebbero risultare il giusto punto d’incontro tra agenzia e vettore?
«Quelle che hanno una lunga storia nel B2B, un buon rapporto value for money. Sia per le agenzie che per le compagnie aeree. E quelle che per natura sono vicine ai vettori e al travel, sia business che trade».
Infine, a mettere tutto a tacere e dare lo stop all’applicazione dell’adm su determinati sistemi di pagamento non dovrebbe bastare la direttiva 2007/64/Ce?
«Indubbiamente la direttiva 2007/64/Ce e il decreto di recepimento n.10/2011 escludono radicalmente che il beneficiario del pagamento possa imporre spese per l’utilizzo di specifiche carte di credito; già solo tale profilo dovrebbe spingere le compagnie aeree ad accettare le transazione delle agenzie senza alcuna distinzione ed evitando le fee».
Come giudica il lavoro svolto dalle associazioni di categoria del turismo?
«Credo che la distribuzione turistica sia sempre più oggetto di complicazioni procedurali e, a tendere, verso processi insostenibili per gli agenti di viaggi, come ad esempio il Pci-dss. Per cui, qualsiasi iniziativa intrapresa a sostegno della categoria è sempre ben accetta e le associazioni con il loro lavoro danno un sostegno a tutto il tessuto economico italiano»
Fonte lagenziadiviaggi.it