L’ex compagnia di bandiera ha annunciato di essere disponibile a partecipare a una eventuale gara pubblica messa in piedi dalla Regione, in caso di rottura dell’accordo commerciale.
La strategia delle low cost per convincere la Puglia. È la mossa che Alitalia è pronta a fare per rompere il muro di diffidenza che ha accolto l’uscita pubblica con cui l’ex compagnia di bandiera ha annunciato di essere disponibile a partecipare a una eventuale gara pubblica messa in piedi dalla Regione, in caso di rottura dell’accordo commerciale fra Aeroporti di Puglia e Ryanair.
C’è qualcosa di più concreto oltre alla telefonata fatta dal presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, al presidente Michele Emiliano. Si tratta della possibilità di una sorta di strategia ad hoc per i cieli pugliesi. Una possibilità che Alitalia potrebbe valutare alla luce degli scenari di sviluppo che si potrebbero aprire proprio in Puglia a causa degli sconvolgimenti che stanno destabilizzando le rotte aeree pugliesi e mettendo per la prima volta in dubbio il dominio della Ryanair.
l ragionamento è molto semplice: Alitalia, come tutte le grandi compagnie aeree, adotta la strategia “hub & spoke”, vale a dire il modello di sviluppo che prevede uno scalo aeroportuale, l’hub, come base operativa principale della compagnia. Nel caso di Alitalia si tratta dell’aeroporto di Fiumicino. Sarebbe impossibile e deleterio per la compagnia rinunciare a questa strategia. Per questo l’ipotesi accreditata per i cieli pugliesi è quella di adottare anche il modello “point to point”, che prevede dei voli diretti fra uno scalo e l’altro. In pratica, quella strategia che ha determinato e continua a determinare il successo delle compagnie low cost. Ryanair compresa.
Del resto, Alitalia ha le armi a disposizione per rendere realizzabile questa ipotesi. La compagnia, partner di Etihad Airways (che detiene il 49 per cento delle azioni), possiede una flotta di 122 aerei. È quindi realistico pensare che una piccola parte di questa flotta possa essere dedicata al progetto pugliese per garantire agli scali di Bari e Brindisi, con il sostegno dei fondi regionali, voli diretti con alcune delle principali località italiane e europee, nel caso in cui decollasse l’ipotesi della gara pubblica.
Ed è dalla gara che bisogna partire, perché all’origine della mossa di Alitalia sullo scacchiere pugliese c’è proprio la decisione del presidente Emiliano di bloccare in giunta regionale a fine dicembre scorso quella delibera con cui sarebbero stati erogati 13,8 milioni di euro ad Aeroporti di Puglia, che a propria volta li avrebbe girati alla compagnia Ryanair per rinnovare la convenzione sulla promozione turistica del territorio pugliese per altri cinque anni, fino al 2019. Contratto, quello già firmato senza gara nel 2014, finito in una nuova inchiesta della Procura di Bari.
E sull’inchiesta interviene Aeroporti di Puglia: “I contratti con Ryanair/Ams – scrivono dalla partecipata – sono stati legittimamente rinnovati in data antecedente l’emanazione, da parte del ministero dei Trasporti, delle linee guida” inerenti le incentivazioni per l’avviamento e lo sviluppo di rotte aeree. È per questo, secondo Adp, che “tale provvedimento non trovava applicazione al rinnovo contrattuale con Ryanair e Ams”. In merito alla manifestazione di interesse dell’aprile 2015, Adp spiega che “è stata pubblicata successivamente al rinnovo dei contratti con Ryanair e Ams in attuazione delle sopracitate linee guida, al solo fine di acquisire proposte contrattuali per l’incentivazione di nuove rotte per l’anno o gli anni successivi”. Tutto ciò per dire che tra il rinnovo dei contratti e la manifestazione di interesse non c’è correlazione.
Fonte La Repubblica.it