Nominato segretario generale dell’Ectaa ai primi di ottobre, Eric Dresin è il personaggio destinato a tutelare gli interessi delle agenzie di viaggi europee da qui ai prossimi anni. E allora gli abbiamo chiesto tra innovazione, relazioni con i fornitori, mercato online, dove si giocheranno le partite più importanti per le agenzie di viaggi nei prossimi 10 anni?
«Premesso che ci sono alcune problematiche differenti da Paese a Paese, direi che per tutta la distribuzione tradizionale la preoccupazione maggiore proviene dall’impatto della tecnologia soprattutto per le transazioni, vedi l’uso della blockchain e dall’influenza dei big data nelle strategie. Ci sono enormi cambiamenti nelle abitudini di consumo con i millenial, così come ci sono anche inquietudini derivanti dalle normative nazionali e dai regimi fiscali. A tutto questo aggiungerei i cambiamenti climatici e la sostenibilità che stanno influenzando in maniera crescente l’industria del turismo organizzato. Credo che le adv dovranno ridefinire il loro ruolo per rimanere redditizie, lavorando sulle marginalità. Personalmente rimango ottimista perché nonostante la tecnologia, la domanda-chiave che il consumer continuerà a farsi è “dove voglio andare?’” e da chi farmi consigliare».
Sarà possibile innovare e riequilibrare il rapporto delle adv con le compagnie aeree?
«La vendita diretta è importante per le compagnie aeree poiché con questo canale possono essere fortemente competitivi e sottrarre clienti alla concorrenza con un miglior controllo nelle vendite. Il tutto dovuto alla possibilità di gestire una gran mole di dati e informazioni utili per le loro strategie e la loro redditività. Ma è anche vero che le aerolinee continuano ad aver ancora bisogno delle agenzie di viaggi, soprattutto per presidiare i mercati all’estero, certamente meno controllabili e influenzabili rispetto ai domestici. A conti fatti la distribuzione indiretta è dunque necessaria oggi come ieri, inoltre la vendita diretta è costosa e non tutte le compagnie aeree sono in grado di permettersi continui investimenti. Aggiungerei anche un’altra considerazione: non è detto che i voli europei rimangano economici e convenienti rispetto ad altri tipi di trasporto, primo fra tutti quello ferroviario. Sono quindi convinto che l’industria aerea e la rete agenziale, nonostante i contrasti passati, continueranno a lavorare insieme».
Quali azioni avvierà l’Ectaa per tutelare l’attività delle adv?
«Oltre al caso di Thomas Cook su cui stiamo lavorando, l’altro versante che vede le adv particolarmente sensibili è quello della reciprocità dei visti nel caso Brexit per agevolare i viaggi da e per il Regno Unito: è questione centrale sia per gli adv britannici che per i colleghi degli altri paesi europei. Ma dobbiamo anche impegnarci su una prospettiva a lungo termine: ad esempio l’Ue aggiornerà presto i regolamenti che devono delineare il quadro giuridico per la distribuzione del trasporto aereo, riguardo alla trasparenza delle tariffe e la corretta concorrenza tra i vari canali di distribuzione. Su questi versanti l’Ectaa vuole impegnarsi a fare lobby, forte dei 70mila addetti delle imprese di viaggi. Altro versante non certo marginale è la piena attuazione della direttiva sui viaggi tutto compreso nei Paesi membri e presto verrà aperto un tavolo di lavoro per discutere i delicati rapporti tra i vari soggetti della filiera nelle prenotazioni online effettuate in punti vendita diversificati. Ultimo, ma non meno importante, la discussione sulla qualificazione di tali prenotazioni nell’ambito dei pacchetti, con il delicato tema dei servizi turistici collegati».
Fonte lagenziadiviaggi.it